Un dialogo sul >=2020

Un dialogo sul >=2020

  • allora come è andata?
  • direi molto bene
  • ma come, mezzo mondo ha bollato il 2020 come l’anno peggiore di sempre
  • e per me invece è stato molto buono, o meglio.. molto significativo
  • ma sono morte un milione di persone e miliardi hanno sofferto…
  • e mi dispiace. davvero. in famiglia abbiamo avuto il Covid e lo abbiamo visto da vicino con tanti amici e parenti ricoverati e altri morti. ma non l’abbiamo scelto noi, o sbaglio?
  • in che senso?
  • è tutto un incidente, nessuno lo ha voluto, come potrebbe essere una guerra (e io lo so bene quanti milioni di bambini hanno sofferto solo le ultime guerre in Iraq e in Siria, per citarne due), destabilizzare paesi (vedi la Libia solo dieci anni fa), depredare l’ambiente a scapito delle popolazioni, imporre economie che arricchiscono i pochi, riempire i media di buffonate per non far pensare la gente… Tutte queste cose qualcuno le ha progettate e messe in opera, più o meno con intenzione. Un virus invece è un incidente, non l’ha voluto nessuno.. lo pensano solo i complottisti ma non mi interessano
  • stai dicendo che essendo un incidente, va bene?
  • no. dico che essendo un incidente non ci sono colpevoli diretti, e tutto dipende solo dalla nostra risposta alla crisi. Come se cadesse un asteroide.
  • è un evento imprevisto e imprevedibile. però qualcuno prevedeva l’arrivo di una pandemia
  • certo. così come sappiamo che il riscaldamento globale ci devasterà fra qualche decennio. è il momento di valutare la nostra intelligenza come specie umana. alla Natura non interessa troppo di noi, lo sai? se ci siamo bene, se non ci siamo bene. se siamo intelligenti e ci adattiamo al cambiamento, sopravviviamo e ci sviluppiamo, altrimenti scompariremo. Pensi che l’Universo con i suoi miliardi di anni e di ammassi galattici se ne accorgerebbe?
  • behhh… però tanta gente non ragiona così. non pensa al cambiamento come una strategia di sopravvivenza. siamo tutti esseri un po’ abituati alle nostre cose…
  • dici bene. e credo che sia qui il nocciolo della crisi. però prima vorrei fare una considerazione: se tu decidi di correre sul ciglio del burrone e da sempre ti dico “non farlo. è pericoloso, è molto meglio andare di qua” e un giorno cadi.. ovvio mi dispiace, e non ti dirò te lo avevo detto, ma era abbastanza probabile, no? accettiamolo e cerchiamo di ripartire un po’ meno sul ciglio del burrone.
  • cosa intendi per correre sul ciglio del burrone?
  • intendo perseguire un’economia che fa ricchi pochi e poverissimi tanti, privatizzare la sanità e la scuola e i beni pubblici, pensare solo al guadagno economico e non all’arricchimento culturale e spirituale, accettare un individualismo libertario al posto di un socialismo solidale, delegare il proprio destino a entità fantasiose (divinità varie, leggi economiche, influencer rincoglioniti) invece che coltivare la propria vita
  • azz… tanta roba. non è che ti piacesse molto allora il mondo di prima
  • al contrario: lo adoro! e so bene quanto sia migliore rispetto a quello di soli 100 anni fa, quando la vita media era di 40 anni, non esistevano Internet e le scienze e i mezzi di oggi. se non hai i mezzi e le opportunità, amen. ma se li hai e non li usi o non li sai usare, Houston abbiamo un problema.
  • sembra quasi più una questione psicologica che fisica
  • proprio.
  • torniamo un po’ all’inizio, dicevi che è andata bene
  • io considero sempre due ambiti: quello personale e quello collettivo, che ovviamente sono in mutua relazione. a livello collettivo ci sono state molte tragedie. non lo nego e mi dispiace, e spero proprio che questa “crisi” sia l’opportunità per prendere coscienza di dove eravamo, perché e dove vorremmo andare, ecco che sia da trampolino per saltare più avanti e più in alto. sono attivista da 30 anni per questo cambiamento e questo potrebbe essere un buono “shock” di sistema
  • e a livello personale?
  • qui devo premettere che la mia situazione non è da tutti: lavoro da sempre.. praticamente trent’anni, in autonomia con un computer, e dopo varie crisi mi ero imposto di non vivere più sul filo del rasoio economico o con debiti futuri. della serie: un’auto la compro se ho i soldi, altrimenti risparmio e metto da parte almeno un anno di vita.
  • come la formica
  • adoro le formiche. diciamo che potendomelo permettere preferisco stare sull’essenziale. il modello consumistico non mi ha sedotto. ho un computer di dieci anni, si mangia bene ma quasi tutto vegetariano, si cerca di aggiustare più che sostituire, poi non si fuma e non si bene, ma non per questo ci sacrifichiamo, anzi! in famiglia abbiamo una buona “economia”. ma il tema non è appunto economico. per me è andata benissimo perché ho risposto al mio tema prioritario di questi anni
  • e sarebbe?
  • il ruolo di papà. stare tanto con i miei figli
  • ahhh che età hanno?
  • 12 e 5 appena compiuti.. uno sta diventando adolescente e quindi potrebbe essere l’ultimo anno prima che parta per la sua tangente e ci si ribelli, mentre l’altro è nel pieno della sua maturazione di bambino
  • ti è sempre piaciuto fare il papà vero?
  • non avrei fatto due figli, altrimenti no? e misi in conto che per qualche lustro la priorità erano loro.. se no perché uno lavora? e per me il lavoro non è tanto portare loro a casa un cinghiale o dei soldi per comprare la cena (per fortuna non siamo più in quei secoli!) e neanche comprare loro oggetti o servizi… per me il lavoro, che è poi anche il piacere e il senso di questi anni, è stare con loro. crescere insieme. e questi ultimi nove mesi sono stati un’esperienza paterna molto intensa
  • ma hanno perso mesi di scuola, la relazione con gli altri, si saranno ammazzati di tv e videogiochi…
  • l’isolamento è una situazione condivisa da tutti i ragazzi, e quel che conta è la comprensione e la risposta psicologica agli incidenti, no? e poi la tv e i videogiochi li abbiamo fatti insieme, così come lo studio. e se fatti bene sono validi
  • quindi hai fatto loro da insegnante casalingo?
  • un genitore è il primo degli insegnanti. non concordi? volenti o nolenti siamo i primi modelli.. ahah mi ricordo Konrad Lorenz e l’imprinting della papera. e la scuola è importantissima, sì. ma a me interessa non tanto che loro studino e si comportino bene, quanto che loro vogliano studiare e comportarsi bene.
  • se ci riesci e il modello fosse replicabile, sarebbe fantastico!
  • non so se ci riesco, però di sicuro da quando è nato il primo figlio ho studiato molto. ho studiato me, lui e l’esperienza di altri.. sai .. a scuola non è che ti insegnino ad insegnare, tanto meno psicologia, pedagogia, ludologia… sono tutte cose che bisogna volerle approfondire da se. inoltre i modelli dei nostri genitori non sono più riproducibili, perché il mondo è cambiato troppo negli ultimi quarant’anni!
  • già.. ai nostri tempi si era sempre in giro a giocare
  • e ora invece giocano online.. non per questo le loro interazioni sociali sono diminuite. sono solo cambiate. io ricordo a dieci anni avevo la scatola di Dungeons and Dragons (un gioco di ruolo, ndr) ma dovetti aspettare cinque anni prima di trovare qualcuno con cui poterci giocare!
  • tristissimo!
  • ahahh no dai, ho passato un’adolescenza fantastica e poi i giochi sono diventati immanenti. però mi fai cogliere due temi secondo me fondamentali: informazione e connessioni
  • .. scusa cosa sono i “giochi immanenti”?
  • non conosci il termina immanente? che sta diffuso ovunque, al contrario di trascendente. in pratica se vivi con un atteggiamento ludico, vedendo o creando giochi ovunque. ma ci sto scrivendo un libro per condividere questa cosa, perché troppo importante
  • wow.. dicevi quindi informazione e connessione
  • si: allora fino a poco fa - per poco intendo diciamo un secolo - l’informazione era cosa per pochi. i mass media sono arrivati con la radio e i giornali, ma senza farla lunga possiamo dire che l’informazione non era mai stata tanto accessibile, anzi qualcuno ci speculava sul tenersi informazioni e conoscenza per se. concordi? poi è avvenuto il procedimento di democratizzazione dell’informazione e della conoscenza, forse perché era inevitabile o forse perché ritenuto opportuno. e poi è arrivato Internet, che finalmente ci ha collegati tutti. oggi siamo tutti collegati con tutto e con tutti.
  • ma non tutti sanno usare internet…
  • chi non lo sapeva usare ora lo sta imparando a fare e sta entrando in rete, pena l’esclusione sociale. certo è stato uno shock, sopratutto se hai una certa età. però la nostra popolazione terrestre è passata da uno a sette miliardi in un secolo e la vita si è allungata da 40 a 90 anni. fai un po’ te che velocissimo cambiamento stiamo letteralmente vivendo!
  • e molti non hanno colto il cambiamento tecnologico
  • più che tecnologico è sociale, è l’atteggiamento mentale che non funziona più: prima studiavi fino a 13, 18 o 23 anni che fossero.. e poi andavi di inerzia, se raggiungevi una buona posizione, era fatta! tempi lenti, belle statiche.
  • oggi invece è tutto un vortice
  • oggi quello che ho imparato l’anno scorso non è più valido. io non devo sapere le cose. ma devo sapere come sapere, come cercare, dove trovare le migliori soluzioni. e la salvezza sai dove è?
  • su internet?
  • no, internet è il mezzo, è la rete… la salvezza siamo siamo noi, i nodi sociali, esseri umani che condividiamo conoscenza e informazioni.
  • spesso troppe o tendenziose
  • qui c’è l’altro problema: ovvero il saper filtrare le informazioni superflue, non essenziali, se non addirittura false o manipolatrici
  • la fai facile
  • non è per niente facile! c’è una guerra in corso per avere la nostra attenzione. però posso iniziare a lavorarci chiedendomi: cosa mi interessa veramente? quale è il mio obiettivo? cosa voglio fare del mio tempo libero? facendolo magari scopro che guardare cosa fanno o mangiano i personaggi famosi non è così appagante, e ci si mette a cercare cose che abbiano più senso. che si vorrebbe approfondire o realizzare prima che il Covid o asteroide i porti via, o che i figli siano ormai lanciati
  • molto esistenzialista
  • e socialista, nel momento in cui condividiamo questa conversazione con altri. perché non dico tutti, ma molti si, stanno in questa situazione, si domandano cosa ci stiamo a fare o cosa dovremmo fare. Se nessuno condivide, avremo una rete mondiale di sola pubblicità e fake news, se invece divento un’“emittente attiva” di qualcosa, di un segnale con l’informazione che so generare, sto già costruendo il nuovo mondo
  • ahh lo diceva anche Mattarella ieri: dobbiamo diventare tutti costruttori
  • e sì. è finita l’era della deprivazione o della pappa pronta, è l’era del rimboccarsi le maniche e della condivisione
  • allora ciao e grazie
  • ciao e grazie e buon >2020!
Stefano Cecere
Stefano Cecere
Ricercatore, Sviluppatore, Educatore, Attivista, Umanista, Papà.

Ricerco, Sviluppo e Condivido nell’intersezione tra Giochi, Educazione, Tecnologie Digitali, Creatività, Filosofia Umanista per una Politica Progressista 2050. E papà 2x

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