Politica: 4 temi minimi

  1. investire in ricerca e sviluppo
  2. diminuire consumi superflui
  3. valorizzare cultura e modelli
  4. iniziare a parlare di fratellanza planetaria

questi mi sembrano quattro temi minimi, quattro piedistalli, su cui costruire un programma politico.

alcuni esempi pratici:

  1. le guerre si fanno sopratutto per il controllo delle risorse. se il Donbass è ricco di materie rare utili a costruire batterie e centrali nucleari, io investo massicciamente in batterie che non usino quei metalli (proprio ieri ricercatori di Trieste ne annunciavano una! ma basta aprire il rubinetto della R&D Research&Development ai nostri ventenni e vedrete che succede), o reattori nucleari innovativi, che siano a fusione o geotermici, senza pregiudizi. La R&D è il primo pilastro per risolvere i problemi attuali e futuri. Oltre ad essere entusiasmante.

  2. Tutti vogliono tutto. Andare dappertutto. Consumare senza pensieri. E invece dovremmo darci una regolata. Perché se è bene viaggiare il mondo per conoscerlo (interrail e viaggi obbligatori per tutti i ragazzi. Altro che lavoro obbligatorio e multe se rifiuti), non è bene bruciare tonnellate di cherosene per fare l’aperitivo a Ibiza o tenere il riscaldamento a 24 gradi quando non c’è nessuno.
    La politica dei 2000 Watt a testa, già in atto in alcuni paesi più socialmente coesi, è un ottimo inizio. Da qui poi si mette in discussione tutto il neoliberismo e il capitalismo disinibito.

  3. Non abbiamo cultura sociale, informatica, scientifica, politica. O meglio ne abbiamo ma distribuita male: in pochi ne hanno tantissima, troppi pochissima. La scuola è un ambito dove si sviluppa la cultura. Ma non è l’unico. Servono innanzitutto una valorizzazione di tutto ciò che è cultura. Cultura deve essere sinonimo di figata. In questo abbiamo grandi indicatori che c’è interesse : basta vedere i nuovi “influencers” diventate star divulgando conoscenza.
    Qui bisognerebbe tirare le orecchie sopratutto ai massmedia e giornalisti.

  4. Abbiamo ormai finito la fase della globalizzazione e del collegamento di tutti con tutti. Non ha quasi più senso parlare di occidente e oriente, forse neanche di confini territoriali nel momento in cui le sfide importanti per la sopravvivenza dell’umanità viaggiano nell’aria o arrivano direttamente dal cielo o dal metaverso. Per molti motivi i flussi migratori aumenteranno ed è meglio prevederli e valorizzarli. Il genio e la solidarietà umana nasce in qualsiasi punto del mondo, sarebbe ora di mettere da parte, riconoscere e archiviare, il precedente modello dove io fortunato nato bianco in società tecnologicamente (e quindi militarmente) avvantaggiata faccio l’imperatore in giro per il mondo.

Ma questa faccenda non la risolviamo con le prediche o le leggi. Neanche con le religioni. Bensì parlando di fratellanza umana planetaria. Di interconnessione emotiva. E di gioco cooperativo mondiale, dove siamo costretti a giocare con altre persone che magari non abbiamo scelto (i parenti non li scegliamo) e non ci piacciono. Ma i giocatori questi sono. E o vinciamo tutti o perdiamo tutti.

Ecco: mi piacerebbe sentire parlare un pochino di questi temi, visioni a futuro, direzioni di comportamento sociale, obiettivi morali. E su di essi iniziare a costruire i programmi e i progetti. altrimenti dove andiamo?

Stefano Cecere
Stefano Cecere
Ricercatore, Sviluppatore, Educatore, Attivista, Umanista, Papà.

Ricerco, Sviluppo e Condivido nell’intersezione tra Giochi, Educazione, Tecnologie Digitali, Creatività, Filosofia Umanista per una Politica Progressista 2050. E papà 2x

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