Adolescenza e società contemporanea: problemi educativi e possibili soluzioni
elaborato
Quella che segue è una elaborazione personale basata su alcuni studi e molte riflessioni, senza la pretesa di essere uno studio rigoroso e tantomeno completo.
Ho colto l’occasione di questo esame universitario per fare un mio punto sulla situazione dal punto di vista di educatore, di genitore e di cittadino terrestre.
Introduzione
L’adolescenza è una fase dell’esistenza umana che ha delle caratteristiche precise comuni, intrinseche allo sviluppo fisico, psichico e di relazione con il mondo esterno.
Negli ultimi cinquant’anni ci sono stati molti cambiamenti nella nostra società, nella famiglia, nella tecnologia, nelle città e nell’economia, risolvendo alcuni problemi e creandone di nuovi. Anche il mondo in cui si sviluppano gli adolescenti (le ragazze e i ragazzi dai 13 ai 17 anni) non è esente da nuovi problemi.
Non mi concentrerò sui temi universali, quanto su quelli più inerenti ai cambiamenti e alle novità del momento attuale e più legati al mondo dell’educazione. Per farlo è però necessario uno sguardo che abbracci la complessità e la delicatezza della situazione, per questo accennerò anche a questioni più propriamente socio-pedagogiche.
Cambiamenti
Dagli anni ‘70 sono avvenuti molti cambiamenti in diverse aree dello sviluppo adolescenziale.
Famiglia e genitorialità
- il passaggio da una famiglia “normativa” che fa rispettare ad un figlio “oggetto”, spesso generato per necessità o casualità, delle norme prestabilite con due ruoli di madre e padre ben definiti e diversi, ad una famiglia “affettiva” dove il figlio “desiderato” è considerato parte integrante di un progetto di vita e riceve la cura affettiva di entrambi i genitori in un nuovo rapporto e con ruoli meno definiti, sopratutto quello paterno.
- dalla famiglia tradizionale “papà lavoro - mamma casalinga” con molti figli e una grande casa con nonni e parenti intorno, si passa a famiglie più destrutturate, mono-genitoriali, separate, con entrambi genitori lavoratori, figli unici, migrate in altre città.
- cambia la formazione dei genitori che non possono più riprodurre i vecchi modelli, ma non ne conoscono di nuovi né è facile per loro individuare certezze pedagogiche.
Società e multiculturalità
La società è diventata planetaria e multiculturale, con forti differenze economiche, educative, culturali e sociali.
Spazi urbani
E’ continuata la migrazione dalle campagne alle città, ma i palazzi hanno perso i cortili, diventati parcheggi o giardini intoccabili.
Nonostante ci siano sempre più parchi e giardini per la libera aggregazione, hanno iniziato a scomparire le comunità educanti intorno alle famiglie, dagli oratori ai circoli ricreativi ai parenti stretti.
Spazio virtuale e social networks
Il mondo virtuale è diventato una “realtà” quotidiana, quasi una seconda casa per tutti gli adolescenti (soprattutto con la diffusione massiva degli smartphones dal 2010) e i social networks sono usati da più del 70% dei ragazzi. Aumento considerevole anche del tempo per i videogiochi multigiocatore online.
Velocità e conoscenza
Con tutta l’informazione, i media e la conoscenza su Internet, le mode e le idee si diffondono istantaneamente a tutti. Non c’è più il tempo della riflessione e della elaborazione personale.
I saperi tradizionali non servono più per inserirsi nel mondo del lavoro, salvo trovare lavori sottopagati e poco gratificanti, non ancora automatizzati perché costa più un robot che un umano, oppure vengono richieste altissime competenze creative e tecnologiche in competizione su tutto il pianeta.
Politica, ambiente e futuro
La politica ha perso il fascino dei valori, dell’esempio, delle grandi visioni. La distanza tra super ricchissimi e poveri continua ad aumentare e nonostante le apparenti preoccupazioni, il tema dell’ambiente e della sostenibilità delle politiche economiche è preoccupante e oscura il futuro, a cui solo pochi tecno-entusiasti guardano con ottimismo.
Si sta diffondendo il mito dello Spazio e della civiltà multi-planetaria, che da un lato entusiasma e dall’altro segna una visione pessimista per la Terra.
Individualismo e consumismo
Siamo ancora in una fase molto individualista, dove il motto è “ognuno pensi e salvi se stesso” e tutto gira intorno ai consumi e agli indici di produzione, alla ricerca di unicità e di protagonismo.
Problematiche
Un sistema nervoso debole
I dati sul consumo di psicofarmaci, antidepressivi, ansiolitici, anche tra i giovani, sono un segnale che conferma la realtà di una crescente fragilità del sistema psichico umano, non più in grado di adeguarsi o reggere il mondo esterno.
Sviluppo del corpo
L’adolescenza inizia con la pubertà, con lo sviluppo e cambiamento del corpo. Oggi sono cambiati drasticamente i modelli di bellezza, la velocità dei paragoni, la facilità di modificarsi (sia virtualmente che realmente).
Ricerca del pericolo
Insieme al corpo si scopre anche la mortalità del corpo, e la mancanza di una “cultura della morte” porta a cercare risposte e a reagire alla morte o all’accettazione della propria mortalità, magari con azioni potenzialmente pericolose o spaventose.
Depressione, ansia, autolesionismo e suicidio
La richiesta continua di risultati e di successo (a scuola come nello sport), il non accettare o non sentirsi bene con il proprio corpo, con gli altri, con la società, con la famiglia, porta a depressione, ansia, bassa autostima, abbandonandosi all’isolamento e alla solitudine.
Queste stati possono indurre comportamenti auto-lesionistici verso il proprio corpo, a disturbi dell’alimentazione come la bulimia e l’anoressia. Aggravanti psico-sociali possono portare al suicidio.
Fama
Tutto il sistema mediatico e sociale vive di “modelli altissimi” e di strumenti per dare la possibilità ad ognuno di raggiungerli attraverso la creatività, la fortuna, la stupidità, la sessualità, l’emulazione, le amicizie, il narcisismo, la competizione. Diventare “famosi” per 5 minuti è il nuovo desiderio di molti adolescenti.
Attività motorie e agonismo
Si è persa la dimensione del libero gioco motorio e fin dall’infanzia le attività “sportive” sono sempre più improntate sull’agonismo e sulla performance.
Questo ha notevoli effetti negativi anche neurologici, con addirittura una riduzione di tessuto neurale essenziale alla consapevolezza di sé stessi e del proprio corpo.
Comunicazione
La comunicazione è sempre più superficiale o pragmatica, retro-alimentando la difficoltà di sane discussioni sulla ricerca della verità, dell’intimità e del senso della vita.
Dimensione sacro-religiosa
C’è chi discute se era meglio una religiosità formale o il nulla attuale.
Fatto sta che la dimensione del sacro e della religione è sempre più assente dalla vita personale e sociale. Anche le pratiche di introspezione sono promosse più come tecniche di rilassamento fisico temporaneo che non come filosofia di vita e lavoro su se stessi.
Bullismo e cyberbullismo
La convivenza di forti diversità e stati di debolezza psichica che richiedono compensazioni, portano al bullismo. E’ in crescita anche nel mondo virtuale (cyberbullismo), amplificato dall’eventuale anonimia e rinforzato dalle maschere inibitorie della distanza.
Dipendenza
In 10 anni si sono diffuse oltre 600 nuove sostanze stupefacenti sintetiche e il consumo di droghe tra gli adolescenti è crescente.
Anche le tecnologie digitali e i videogiochi creano sempre più dipendenze (a volte intenzionate dai progettisti) e disturbi psicologici collaterali.
Paranoie e Paure
Sono ancora troppe le paranoie sull’incapacità dei ragazzi di sapersela cavare o le paure che succeda loro chissà cosa. Sembra quasi di vivere nella “società della paura” del mondo esterno con ragazzi di tredici anni ancora accompagnati in macchina ovunque.
Sono famosi i genitori ombrello o elicottero, i primi che proteggono da tutto e i secondi che si precipitano alla minima difficoltà. Tutto questo innesca senso di insicurezza e rifugio nei mondi virtuali.
Guide
Se sono spariti i modelli sociali e i genitori non sono più in grado di fare da guida, queste vengono cercate altrove: influencers, youtubers, idoli vari, spesso catapultati alla celebrità per caso e senza alcun interesse e consapevolezza pedagogica.
Pressioni socio-culturali-scolastiche
La scuola che dà voti con comparazione ai decimali, la misurazione dell’altezza e peso, le aspettative e le ricompense in caso di eccellenza, sistemi di competitori che premiano i vincitori, sono tutte situazione che disorientano e condizionano molto, spingendo ulteriormente alla competizione o suo al suo rifiuto, all’omologazione o alla ribellione.
Rimanendo nel mondo scolastico c’è anche da considerare il crescente scollamento tra le discipline insegnate e la realtà sociale e lavorativa. Per quanto le scuole si stiano aggiornando, c’è ancora un atteggiamento sanzionatorio verso gli errori, non si cura adeguatamente il tema della persuasione e della motivazione a studiare, si usano strumenti e linguaggi antichi, obsoleti, ci sono ancora molti pregiudizi.
Alcune soluzioni
Se c’è una cosa da tenere conto è che l’educazione non si può improvvisare, tanto nel mondo genitoriale quando scolastico.
Nei sistemi complessi e dinamici non c’è una soluzione precisa, ma il primo passo è iniziare a parlare apertamente dei problemi e sperimentare delle direzioni che riteniamo interessanti.
Media education
Internet e le tecnologie digitali non vanno colpevolizzate, ma studiate, comprese usate in modo consapevole e valorizzate. Anche i media, i social media e i videogiochi, tutte novità che se usate bene provvedono molti più vantaggi che svantaggi. I genitori devono fare il primo passo per indirizzare e saper controllare quando serve, e le scuole consigliare percorsi adeguati.
Riconoscere gli errori
Come educatori dobbiamo riconoscere alcuni errori comuni e cercare di non riprodurli:
- la punizione in caso di errore o disobbedienza
- il ricatto affettivo per ottenere qualcosa
- l’ipocrisia per manipolare o strumentalizzare
- tarpare le ali alla creatività o nuove idee
- rifiutare il confronto alla pari
- comparare sempre tutto con gli altri
- drammatizzare o banalizzare i problemi
Accettazione, fiducia e sicurezza
Innanzitutto arrivare ad una profonda accettazione della situazione, dei ragazzi e della loro diversità personale. Anche proclamare la propria ignoranza su alcune questioni può agevolare la fiducia reciproca.
Bisogna far sentire loro che ci fidiamo, che li capiamo e apprezziamo per come sono, incoraggiandoli a migliorare più che puntualizzarne errori e difetti.
Non trasmettere le nostre insicurezze, anzi cercare e infondere sicurezza nel mondo in cui viviamo, che per quanto possa sembrare pericoloso e instabile, è mille volte più sicuro e solidale di quello di un secolo fa.
Dialogo
Imparare a dialogare su temi importanti, complessi, esistenziali, sociali, intellettuali, spirituali. Senza un atteggiamento da “maestro” ma con umile e sentito interesse a parlare ed ascoltare alla pari.
Scuola
La scuola è il primo e più importante luogo di socializzazione “controllato” e bisogna valorizzarla a tutti livelli.
Oltre alle questioni meramente didattiche e di sviluppo delle competenze trasversali, può dare avvio a meta-progetti che includano sia la messa in pratica delle conoscenze disciplinari che la necessità di lavorare in gruppo e risolvere problemi nuovi. La possibilità di avere sempre un tutor preparato a queste dinamiche permette di agevolare i processi (cosa non automatica negli spazi informali o progetti liberi).
Bisogna valorizzare più l’impegno e i progressi che non i risultati, senza medie aritmetiche, punizioni ingiustificate, competizioni di performance. Benvenga la sana e amichevole competizione.
Si dovrebbe instaurare un migliore rapporto collaborativo tra i ragazzi e tra gli insegnati e i genitori.
Sarebbe inoltre opportuno introdurre una minima formazione pedagogica e psicologica tra gli insegnanti (che dalla secondaria di primo grado non sono più requisiti) e anche qualche base tra i ragazzi e i genitori.
Spazi di aggregazione e didattica ludica
Cercare di promuovere i centri di quartiere, le ludoteche, gli spazi ricreativi, i circoli socio-culturali dove i ragazzi possano non solo ritrovarsi, ma studiare, giocare e creare insieme, magari con la disponibilità in loco di esperti in didattica ludica.
Sul tema ludico ci sarebbe da aprire un capitolo a sé, ma possiamo sintetizzarlo in “impariamo a giocare di più e meglio”.
Condivisione e altruismo
Far capire il “circuito della condivisione” con cui si sviluppa la nostra società delle conoscenza. Più io condivido le mie virtù, le mie idee, i miei pensieri, più altri possono giovarne, crescere e condividere a loro volta.
Non temere di aiutare gli altri quando sono in difficoltà o commettono errori, anche quando non osano chiedere aiuto, uscendo da quell’atteggiamento individualista di “farsi solo i fatti propri”.
Figura paterna
E’ importante lo sviluppo di una nuova figura paterna, un “papà 2.0” rinnovato per questa era, che la conosca e sappia garantire vicinanza emotiva, adeguatezza intellettuale e autorevolezza.
Valorizzare la creatività
Senza incoraggiare alla competitività e all’illusione del successo, anzi valorizzando i fallimenti, magari condividendo l’auto-ironia, cerchiamo di supportare l’immensa creatività dei ragazzi, dando loro spazi e libertà. Nessuno sa cosa troveremo in futuro, ma di certo saper osservare e creare è una virtù che ci servirà.
Stefano Cecere
Bibliografia
- Bettelheim B., Un genitore quasi perfetto, 1987
- Biondi G., La scuola dopo le nuove tecnologie, 2007
- Cambi F., Pedagogia generale. Identità, percorsi, funzioni, 2009
- Lancini M., Adolescenti navigati, 2015
- Telefono Azzurro / DoxaKids, Osservatorio Adolescenti: pensieri, emozioni e comportamenti dei ragazzi di oggi, 2014, https://azzurro.it/wp-content/uploads/2020/08/Doxa2014.pdf
Sitografia
- Generazioni Connesse - https://www.generazioniconnesse.it
- Telefono Azzurro - https://azzurro.it