Si vola
Infine partii. Erano due anni che non andavo all’aeroporto per decollare da solo. Fabio allora aveva quasi un anno e non mi aveva detto, come invece ha fatto questa volta, “veniamo anche noi io e la mamma tutti e tre sull’aereo in alto in cielo?”
“E no, ma quando torna il papà settimana prossima andiamo a prenderlo all’aeroporto così vediamo tutti gli aerei” gli ha risposto la mamma, mentre io ammiravo quanto sono sempre meravigliosi i bambini, queste avanguardie umane.
Mi sarebbero mancati, tutti e due, ma cosa sono io per pretendere staticità e possesso?
Se poi il luogo dove vivevo era un angolo di paradiso, era anche una piccola trappola dove facilmente si può finire per credere he tutto il mondo sia lì, un leggero oblio calando sulle grandi vedute d’insieme e sulle infinite relazioni che noi umani siamo in grado di provare.
Avrei avuto molto da riportare indietro.
D’altronde una coscienza non si forma senza esperienze. E più libere ed estreme sono queste esperienze, più la loro memoria permetterá di agire con maggiore saggezza.
Fabio ne avrebbe giovato. E non solo lui.
E così, grazie ai progressi tecnologici degli ultimi decenni, i pochi minuti mi ero trovato a vedere la nostra terra da un punto di vista straordinario.
La massiccità delle montagne alpine mi ricordò la quantità di materia contenuta nella sfera terrestre, per non parlare delle stelle e. delle galassie un pò più sopra di noi!
Intravedere, o forse sarebbe più corretto dire “infrasentire”, decine di migliaia di altri esseri umani intorno, diede alla mia coscienza l’equivalente di un fresco bagno d’estate.
Stavo andando verso la California, a San Francisco per la precisione, ma non era questa meta la cosa interessante. Ma questo credo tu l’abbia gia intuito.
Nelle successive ore di volo mi sarei riposato dalla giornata di preparativi e di aggiustamenti. Avrei anche riaperto un buon libro di carta, come era uso fare per leggere nel secolo precedente.