L'arte dell'apparenza
Avevamo disimparato ad ascoltarci dentro. e per questo tutta la nostra societá aveva riversato tutte le attenzioni e preoccupazioni a ciò che stava fuori.
L’apparenza era così diventata la cosa più semplice da percepire e comparare. diciamo pure quasi l’unica cosa che veniva presa in considerazione.
La mia apparenza durante quel viaggio era praticamente la stessa della mia quotidianità, se non fosse stato per quell’imbarazzante, per il buon senso umano, quantitá di aria condizionata che veniva sparata in tutto lo spazio interno del velivolo.
Ne avrei sofferto per almeno due settimane, questo lo sapevo per esperienza.
E quindi modificai l’apparenza con una felpa con cappuccio e una buona sciarpa che spesso usavo per coprirmi la bocca. Un atteggiamento esteriore sicuramente sospetto per i tempi che correvano, tanto da non agevolare la comunicazione sociale, e abbastanza per subire un doppio controllo di “sicurezza” quando più tardi entravo negli Stati Uniti.
Prevedendo il mondo polare interno all’aereo mi ero portato una buona quatità di medicinali per infiammazioni alle vie respiratorie, mentre continuavo a non capire: cui prodest hoc? alle case farmaceutiche? ai venditorindi sciarpe e coperte? agli inventori di tecnologie raffreddanti? Forse un giorno avrei avuto risposte.