Piu' mangi, meno paghi
La sfida ha qualcosa di perverso: la bistecca supera i 2 Kg. di peso, e ordinarla al “Big Texan” di Amarillo ti costa la bella cifra di 52 dollari - circa 40 euro. Ma se riesci a mangiarla tutta in meno di un’ora, compresi lo sfilatino di pane e la patata bollita di contorno, la bistecca diventa gratis.
Idem per il mega-hamburger da quasi 7 Kg. che il Denny’s Pub di Clealand, in Pennsylvania, mette a 30 dollari tondi, a meno che tu e il tuo amico riusciste a ripulire completamemte quel piatto entro un’ora secca. Oppure per il ferale intruglio ipercalorico di due litri di gelato, caramello, biscotti al cioccolato, fragole, panna montata, ciliegie, mandorle eccetera, che puoi ordinare per 22 dollari al Beaches&Cream di Orlando, in Florida, ma che ti peserà zero lire sul borsellino - e ancor meno sulla coscienza - se riesci ad ingurgitarlo tutto entro un’ora.
E’ la nuova trovata dei ristoratori americani, alla caccia perpetua di una clientela che evidentemente non vuole arrendersi alla realtà del nuovo millennio, dove con quei tre piatti, …
… potresti tranquillamente sfamare quaranta persone, invece di mandarne quattro in ambulatorio a fare la lavanda gastrica.
Se è vero che ogni società esprime la sua essenza attorno al rito del mangiare, bisogna dire che questa ultima moda americana è particolarmente significativa, poichè riesce a combinare alla perfezione il mito dell’abbondanza con quello della velocità. Mentre una società più sensibile culturalmente, ad esempio, potrebbe regalare l’hamburger a chi riuscisse a mangiarla declamando i versi dell’Amleto, oppure cantando l’Aida. Un’altra, magari afflitta dalla siccità, potrebbe regalarti la bistecca se per caso comincia a piovere proprio mentre la stai mangiando. Ma per gli americani i “valori” sono quelli, e quelli vanno riconosciuti.
Ogni società infatti ama anche premiare pubblicamente i valori su cui è fondata, per riuscire a conservarli e a conservare quindi se stessa nel tempo. La stessa cosa avviene anche al suo interno, per ogni microcosmo che la compone: se lavori all’IBM di Chicago, e sei educato puntuale ed efficiente, diventi “l’impiegato del mese”, e hai diritto a parcheggiare accanto al presidente. Se sai toccare bene il pallone, e fai impazzire le folle con i tuoi numeri ubriacanti, diventi Maradona e d’ingaggio puoi chiedere quello vuoi. E’ così anche nella più remota tribù centrafricana, dove se acchiappi più gazzelle degli altri, perchè corri più veloce di tutti, avrai anche diritto alla più bella ragazza del villaggio.
La cosa può diventare anche del tutto autoreferenziale - quasi ermafroditica, in un certo senso - nel momento in cui generi tu stesso il premio che ti legittimi poi ad esistere: se sei Hollywood, e produci film costosissimi e inutili, ti inventi gli Oscar, che premiano i film costosissimi e inutili, per poter continuare a farli in santa pace.
Questa evidente relatività dei valori, che può essere estesa addirittura ad un’intera religione - se nasci in un paese musulmano, piuttosto che cristiano, le tue chances di non diventare musulmano o cristiano sono ridotte al lumicino - trova la sua conferma proprio nel fatto che, stranamente, gli unici valori a non essere premiati da nessuna società in particolare sono proprio quelli più universali, da tutti riconosciuti e da nessuno contestati, come la generosità, la compassione, il rispetto umano o la tolleranza verso il prossimo. Valori quindi, apparentemente, “inutili”.
Forse allora un modo sicuro per sapere se stai sbagliando o no, è quello di domandarti come la società reagirebbe di fronte a ciò che stai per fare. Se sai che non sarebbe nè premiato in maniera vistosa, nè punito in maniera atroce, vai tranquillo che molto probabilmente sei nel giusto.
In caso contrario, sia di fronte ad un premio eccessivo, che di fronte ad una punizione esagerata, fermati almeno un momento a domandarti il perchè.